Tra pievi e capitelli di campagna – il percorso
Anche la seconda parte del percorso parte dal (1) Monastero di San Salvaro, dirigendosi però nel senso opposto, alla scoperta dei comuni più a sud del Montagnanese. La strada da seguire è sempre la sommità arginale del Fiume Fratta che fronteggia la chiesetta. Via Cavallona è la prima via da imboccare, questa volta seguendo la corrente. La strada prosegue asfaltata fino a Merlara, raggiunto il ponte sul quale transita la Sp 19 è però necessario cambiare sponda fino a raggiungere il ponte dei Bertoldi di via Zurlara. Il nome del ponte deriva dall’antica famiglia che un tempo aveva vasti possedimenti in zona, a questa famiglia merlarese inoltre è riconducibile un quadro del grande artista ferrarese Cosmè Tura, “La Madonna dello Zodiaco”, oggi conservato alle Gallerie dell’Accademia di Venezia. Abbandonato il fiume, si transita sul ponte in via Zurlara e percorso qualche centinaio di metri si svolta a sinistra in via Fosseta.
Proprio all’imbocco della via, al fresco di alte piante, si trova il (2) Capitello dedicato a San Nicola, storica testimonianza della fede popolare. Oltrepassato questo piccolo sacello la strada passa sopra una serie di ponticelli ai quali corrispondono altrettanti piccoli canali a ricordare il delicato equilibrio che questo territorio ha raggiunto con l’acqua, non senza sacrifici. Proprio la Fossetta che costeggia la stradina sterrata è forse uno dei primi canali di quella bonifica iniziata attorno al Mille dalla famiglia degli Este e conclusasi solo il secolo scorso con l’avvento delle macchine a vapore. Percorsa tutta la prima parte di via Fossetta fino all’intersezione con la Sp 41 si incontrerà il (3) cippo di confine, posizionato qui alla fine del ‘200 dal Comune di Padova, per indicare i margini dei propri possedimenti e metterli a riparo dalle ambizioni di Verona.
Il percorso continua oltrepassando l’incrocio, percorrendo gli ultimi metri della Fossetta e il suggestivo slargo del suo corso fino al punto in cui si origina dall’Adige. Presa la strada alzaia che corre sopra l’argine del grande fiume ne riscendiamo il corso seguendo la stessa direzione della corrente incontrando una dopo l’altra, a distanza di qualche chilometro, due chiesette campestri la cui bellezza e storicità le rendono particolarmente famose nel territorio. Si tratta della chiesetta della (4) Madonna della Neve e dell’oratorio del (5) Cristo d’Oro che sorgono proprio ai piedi dell’argine, nei comuni di Castelbaldo e Masi.
Arrivati a quest’ultima chiesetta è necessario imboccare via Garibaldi fino all’angolo dell’“Hotel-Ristorante La Nave”, storico ristorante dove da oltre cento anni la cucina sforna i piatti della tradizione locale: pesce di acqua dolce, come l’anguilla, la cacciagione e le paste fatte in casa. All’angolo si svolta a sinistra, su via Mazzini e raggiunta la biforcazione a destra, su via Filippo Turati, poi dritti fino al nuovo incrocio al quale si imboccherà via Borgostorto. Lo stradone, appunto storto, si addentra nel verde della campagna fino a diventare una strada bianca che sbocca su via Frattesina. Ne percorreremo buona parte, sempre con il canale che dà il nome alla strada sulla sinistra. Oltrepassando l’antica fattoria “La Casaria” si procede fino a lasciare le ultime case rurali sulla sinistra e continuiamo a pedalare fino a dove la strada tornerà ad essere sterrata. Incroceremo una chiusa in cemento, che crea un piccolo salto d’acqua, e più oltre un ponticello sul quale svolteremo a sinistra imboccando la strada asfaltata che raggiunge il vecchio (6) ponte Bailey sul fiume Fratta.
Oltrepassato il ponte prendiamo l’argine a sinistra, proseguiamo dritti arrivando all’unica stradina che discende la scarpata dell’argine e passando da una corte con la casa abbandonata raggiungiamo (7) via Dolza, svoltiamo a sinistra e ci troveremo davanti un paesaggio d’altri tempi con case coloniche e silos, vere e proprie residenze-aziende del tempo che fu. Raggiunta la chiesetta della frazione di Minotte svoltiamo verso via Perarolo, alla biforcazione prendiamo via Sabbionara e subito dopo su via Bindoletta sbucando sulla strada Provinciale 19, a due passi dalla Cantina di Merlara di Collis Veneto Wine Group, che si incontra svoltando a destra dopo un centinaio di metri. Il nostro percorso tuttavia procede in direzione opposta, quindi da via Bindoletta svoltiamo a sinistra e dopo qualche metro imbocchiamo via Vignola sull’altro lato della strada. All’incrocio con via Orsale prendiamo quest’ultima, lasciandoci sulla sinistra le grandi vasche nelle quali vengono allevati pesci di acqua dolce.
All’incrocio con la provinciale 19d svoltiamo a destra e dopo qualche metro ancora a destra su via Vignazza, una strada di campagna che attraversa i vigneti della Doc Merlara. Alla biforcazione con via Marabia, teniamo via Vignazza a sinistra, sterrata e più stretta dell’altra. Alla nuova intersezione con una strada bianca teniamo la sinistra con una curva di oltre novanta gradi e poi subito dopo svoltiamo a destra in via Menon, che percorriamo fino al nuovo incrocio dove svolteremo a destra e poi subito a sinistra in via Cavalmorto. Arrivati al nuovo incrocio svoltiamo a sinistra, salendo sulla pista ciclabile che ci porterà nuovamente al Monastero di San Salvaro.
Punti di interesse
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Cippo di confine
Antico di quasi otto secoli, è ancora visibile il cippo di confine posizionato dal Comune di Padova per demarcare i propri territori rispetto a quelli dei vicini Veronesi.
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Madonna della Neve
Di questa chiesetta si ha notizia dal 1696, si sa che aveva annesso un cimitero per i morti di peste e gli annegati, nel 1776 fu ampliata e quindi intitolata a S. Maria della Neve. La sua originaria titolazione, tuttavia, ci riconduce molto indietro per la sua fondazione. San Zeno, infatti, è il santo di Verona e la presenza scaligera da queste parti è da ricondurre Medioevo, quando i Veronesi avevano sull’Adige una specie di porto per il controllo delle merci. Non lontano da qui è stata combattuta la battaglia del Castagnaro, ossia il sanguinosissimo conflitto che l’11 marzo 1387 vide contrapposte le città di Padova e Verona.
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Cristo d’Oro
La leggenda narra che qui fosse conservato un crocefisso interamente d’oro e che Napoleone lo avesse trafugato durante la Campagna d’Italia. La storia del crocefisso di Masi è appunto solo una leggenda poiché tale oggetto era probabilmente una tavola d’oro che è andata persa.
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Hotel ristorante “La Nave”
Hotel-ristorante “La Nave”, con i suoi quasi cento anni di storia, è il luogo dove la tradizione incontra la tavola. Lo spezzatino di musso, le trippe, il risotto con i fegatini oppure le anguille del grande fiume sono i piatti che hanno reso celebre questo luogo, ma oggi il passato vive accanto al presente.
Infatti, la cucina propone anche piatti vegetariani, pizze gourmet preparate con le migliore farine e prodotti attentamente selezionati.
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Ponte Bailey
Bailey è il nome dell’ingegnere britannico che progettò questo tipo di ponti, durante la seconda guerra mondiale, per sostituire quelli andati distrutti dalle operazioni belliche. Nella fattispecie si tratta del ponte che venne realizzato in sostituzione di quello bombardato a Masi insieme alla chiesa che sorgeva ai piedi dell’Adige.
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Via Dolza
La via delle antiche case poderali. I grandi silos che si accompagnano alle abitazioni venivano usati un tempo per l’essicazione dei cereali.
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Cantina Ponte al Masero
E’ l’emblema dell’impresa giovane che crede nelle potenzialità del territorio. Il suo titolare, Manuel Bisin, ha dato vita ad una propria linea di vini che imbottiglia direttamente nello stabilimento di via Marlmercato a Merlara. Le sue etichette si chiamano “Prima luna”, per lo spumante ottenuto dal Malvasia Istriano, “Folletto” per il Malvasia frizzante e “Ricciolo” per il taglio di uve Malvasia e Tai che in bottiglia creano un ricercato connubio di profumi.
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Cantina di Merlara – Collis
Sono numeri importanti quelli di Collis Veneto Wine Group, il consorzio vitivinicolo di secondo grado che costituisce un unicum nella storia delle aggregazioni in ambito vitivinicolo non solo per numeri – 6700 ettari di vigneto, 1 milione di ettolitri di vino di capacità produttiva – ma soprattutto per modello. Il gruppo, infatti, nato nel 2008, costituisce il comune denominatore del territorio vitato dei due soci fondatori, ovvero Cantina di Colognola ai Colli con la Cantina di Merlara, e Cantine dei Colli Berici di Lonigo, Barbarano Vicentino e San Bonifacio che conferiscono tutti gli asset produttivi in Collis: l’unico soggetto titolare degli stabilimenti e degli impianti di vinificazione e conservazione. Le cantine continuano a rimanere il punto di riferimento del territorio per i produttori e il gruppo si occupa della trasformazione e commercializzazione del prodotto finito. Altro punto di forza sono le due aziende, forti e strutturate, che hanno già all’attivo importanti accordi di commercializzazione e partnership societarie con imprese di imbottigliamento: Cantina di Colognola ai Colli s.a.c. con Casa Vinicola Sartori S.p.S e Cantine dei Colli Berici di Lonigo, Barbarano Vicentino e San Bonifacio s.c.a. con Cielo e Terra S.p.A.. Cantine Riondo è invece il braccio operativo del Consorzio sul mercato dell’imbottigliato. Collis ha fatto della collaborazione il principale mezzo per conquistare risultati sempre migliori, lo dimostrano ancora una volta i numeri: la capacità produttiva rappresenta il 15% di quella regionale e la politica influente sull’export porta a far conoscere e apprezzare i vini di questa parte del Veneto in sempre più paesi del mondo.
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Azienda “Il Cortile De Marchi”
L’Azienda alleva animali di bassa corte con lo stesso metodo di un tempo, ossia lasciandoli liberi di scorrazzare e di razzolare per l’aia. L’alimentazione è rigorosamente a chilometri zero. Mais, soia, erba medica sono quelli coltivati nei campi dietro casa. L’allevamento, inoltre, è famoso per la produzione di pollame “Latte e Miele” la cui dieta, nell’ultimo mese di vita, viene integrata da miele millefiori dei Colli Euganei e latte essiccato, entrambi conferiscono alla carne un sapore intenso e una morbidezza delicata.