Tra borghi e castelli – il percorso
La partenza di questo percorso, da fare rigorosamente in bici, non può che essere il (1) Monastero di San Salvaro.
Il luogo è veramente suggestivo e ci permette di partire dalle origini, ossia dal Medioevo che in questa terra ha lasciato tracce importanti e ancora in perfetto stato. Dal Monastero, dunque, imboccando l’argine del Fratta, che scorre proprio accanto all’antico cenobio, andiamo contro corrente spostandoci nella terra veronese per scoprire un altro “pezzo” importante di questo passato: il (2) Castello di Bevilacqua.
Qualche chilometro di una buona strada ciclabile, sempre in riva al Fratta e si sbuca in via Lupia Alberi, il castello è proprio all’orizzonte. Attraversando la strada provinciale e tenendo il castello sulla sinistra ci si addentra in una delle zone più selvatiche del territorio con antiche paludi che ancora oggi conservano macchie di bosco planiziale. Fatto qualche chilometro è necessario lasciare il fiume, che prosegue sulla sinistra, e prendere lo stradone alberato che invece procede dritto facendosi inghiottire dal verde e dalla campagna. Arrivati in prossimità di una grande curva che svolta a sinistra assecondiamo la sinuosità della strada lasciandoci i piccoli laghetti naturali sulla destra e procediamo sotto gli alberi fino ad incrociare via Argine Padovano. La strada è lunga qualche chilometro e va percorsa tutta, superando i tre incroci che la intersecano, fino ad imboccare l’argine del fiume Frassine. Giunti alla chiusa, detta (3) la “moja”, è necessario svoltare a destra imboccando via Sperona e costeggiare il Fiumicello che ci condurrà all’interno di un bellissimo parco attrezzato il cui stradone ghiaiato porta fino alle porte di (4) Montagnana.
Il centro cittadino merita una sosta e la visita ai principali monumenti è più che mai consigliata.
Il nostro percorso va ripreso imboccando via Carrarese, ossia la grande via che taglia in due la città, in direzione di Castel San Zeno – Porta Padova. Appena oltrepassata la porta, sulla sinistra campeggia l’imponente (5) Villa Pisani, opera del Palladio, proseguendo dritti si attraverserà l’abitato di Borgo Frassine e una volta superate le ultime case, all’altezza della prima biforcazione di via Borgo Eniano, svoltiamo per via Ca’ Megliadino, percorriamo tutta questa lunga via fino alla biforcazione con via Vampadore.
Oltrepassato il ponte, svoltiamo a destra, siamo ancora su via Vampadore, fino all’incrocio con la Sp 18 dove svoltiamo a destra e procediamo fino all’altezza di via Correr, che si trova sull’altro lato della strada. La nuova via è un rettifilo drittissimo che conduce alla splendida (6) Villa Correr. Proprio davanti alla monumentale abitazione veneziana parte via Altaura Vallarana che porta all’omonimo villaggio, frazione di Casale di Scodosia. Oltrepassato il piccolo gruppo di case si continua a scendere fino a costeggiare un piccolo corso d’acqua, qualche centinaio di metri e svoltiamo a sinistra imboccando via Torino. Oltrepassato il piccolo ponte e svoltando subito a destra verso via Dosso Valli, poi via Sabbionara è possibile raggiungere l’Azienda “Il Cortile”: agriturismo e fattoria specializzata nell’allevamento di animali di “bassa corte”, una vera eccellenza del territorio che merita di essere conosciuta concedendoci una piccola digressione rispetto al percorso, che invece continua su via Torino fino a raggiungere il piccolo abitato di Minotte. Qui svoltiamo a destra in via Malmercato per raggiungere il centro di Merlara, magari dopo una sosta alla Cantina Ponte al Masero, giovane azienda che produce Marzemino e Malvasia Istriano, vini storici e molto profumati. Raggiunta la Sp 19 si transita per il centro di Merlara dove si trova (7) Villa Barbarigo e la torre campanaria fatta erigere nel 1300 ad opera di Galvano Cavatorti la cui tomba è ancora appesa ad una delle facciate.
Oltrepassato il centro inizia la pista ciclabile che passa davanti alla Cantina di Merlara di Collis Veneto Wine Group e conduce fino all’abitato di Urbana oltrepassato il quale, al (8) “Capitello di San Gallo”, all’incrocio con i semafori, si svolta a sinistra per imboccare la ciclabile che conduce al monastero di San Salvaro dal quale ha preso avvio questo lungo viaggio.
Per chi non fosse ancora stanco e avesse voglia di uno spuntino, invece di svoltare a sinistra prosegua dritto, qualche colpo di pedale e raggiungerà il caseificio “La mucca verde”, dove vengono prodotti ottimi formaggi e mozzarelle fresche di giornata.
Punti di interesse
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Monastero di San Salvaro
Sorto intorno all’XI secolo come “scola sacerdotium” conobbe floridezza a cominciare dal 1181 quando divenne un satellite dell’importante abbazia di Carceri, al tempo retta dagli agostiniani, passò ai camaldolesi nel 1407. Dal 1690 iniziò il suo declino quando dai monaci la proprietà passò alla potente famiglia veneziana dei Carminati che trasformarono il monastero in un’azienda agricola per sfruttare i tremila campi comprati insieme alle sacre mura. Oggi il complesso monastico ospita il Museo delle antiche vie, una mostra permanente degli oggetti e dei lavori che un tempo si svolgevano lungo le strade, e l’ostello della gioventù. Da visitare la piccola chiesa che, seppur rimaneggiata nei secoli, conserva dietro all’altare un’immagine del Cristo Pantocratore, racchiuso nella mandorla con iscrizione “Ego sum lux mundi” di epoca tardo medievale.
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Castello di Bevilacqua
Questo imponente mastio venne fatto costruire nel 1336 da Guglielmo I Bevilacqua, potente e ricco mercante della corte di Mastino II della Scala e vassallo del Vescovo, per porre un argine alle mire espansionistiche dei Carraresi, signori della città del Santo. Al tempo la rivalità tra Padova e Verona era acerrima, ma con la fine delle signorie e l’arrivo della dominazione veneziana il territorio venne pacificato. Il castello, ma pure le stesse mura di Montagnana, perse d’importanza e da strumento militare, grazie all’intervento dell’architetto Michele Sanmicheli nel 1532, divenne dimora nobiliare. Lungo i secoli le storiche mura conobbero diverse distruzioni a causa di incendi ma ogni volta vennero ricostruite più belle di quanto non fossero in precedenza. Oggi oltre ad essere una straordinaria testimonianza del passato di questa terra è una struttura attrezzata per l’accoglienza e l’ospitalità.
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“La moja”
La moja è una chiusa sul fiume Frassine. Il piccolo salto d’acqua concorre nel dare fascino al paesaggio.
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Montagnana
L’immagine di Montagnana città fortificata forse esiste da sempre. Forse era già cinta da cortine difensive nella tarda età del bronzo, al quale risalgono le testimonianze archeologiche più antiche, conservate al museo di Castel San Zeno. Del resto i villaggi erano tutti così al tempo, così pure continuarono ad essere in epoca romana, in quella successiva alla caduta dell’Impero e per tutto il Medioevo. E’ appunto alla metà del Trecento che risalgono le mura che oggi rappresentano un’autentica attrazione per la loro bellezza e per l’eccezionale stato di conservazione. Per rievocare l’antico passato Medievale della città, ogni anno, la prima domenica di settembre, si corre il Palio che vede coinvolti tutti i 10 comuni del mandamento, ma Montagnana “val bene una visita” anche per quanto rimane delle epoche successive. Sulla piazza del centro e lungo le vie cittadine si affacciano palazzi di diverse epoche, tra i quali Palazzo Valeri, Palazzo Zanella, Palazzo Munari o villa Pisani che porta la firma del Palladio. Il Duomo è un altro capolavoro e le sue pareti sono preziose per le tante mani che vi hanno lavorato: Veronese, Giorgione, il Buonconsiglio, tanto per fare i nomi più noti.
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Villa Pisani
E’ una villa veneta progettata nel 1552 da Andrea Palladio sotto la committenza di Francesco Pisani, vescovo di Padova e poi cardinale nominato da Leone X. Realizzata tra il 1553 e il 1555 è inserita dal 1996 nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO.
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Villa Correr, Casale di Scodosia
L’imponente villa, da molti definita la villa Pisani della Bassa Padovana, è stata costruita verso la fine del XVII secolo come dimora estiva della famiglia Correr, una nobile famiglia di origini veneziane che possedeva cospicue proprietà nel sud-est del paese. La villa è emblema significativo dello splendore veneziano che risale ai tempi della sua dominazione, dagli inizi del Quattrocento alla fine del Settecento. Costruita con materiali recuperati dalla precedente abitazione rustica del 1500, ad oggi mantiene ancora immutato il suo giardino, le decorazioni su intonaco in terra naturale e le finestre a medaglioni di Murano.
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Azienda “Il Cortile De Marchi”
L’Azienda alleva animali di bassa corte con lo stesso metodo di un tempo, ossia lasciandoli liberi di scorrazzare e di razzolare per l’aia. L’alimentazione è rigorosamente a chilometri zero. Mais, soia, erba medica sono quelli coltivati nei campi dietro casa. L’allevamento, inoltre, è famoso per la produzione di pollame “Latte e Miele” la cui dieta, nell’ultimo mese di vita, viene integrata da miele millefiori dei Colli Euganei e latte essiccato, entrambi conferiscono alla carne un sapore intenso e una morbidezza delicata, con una maggiore tenuta dei succhi all’interno.
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Cantina Ponte al Masero
E’ l’emblema dell’impresa giovane che crede nelle potenzialità del territorio. Il suo titolare, Manuel Bisin, ha dato vita ad una propria linea di vini che imbottiglia direttamente nello stabilimento di via Marlmercato a Merlara. Le sue etichette si chiamano “Prima luna”, per lo spumante ottenuto dal Malvasia Istriano, “Folletto” invece, è il nome del Malvasia frizzante. “Ricciolo” è il nome del taglio di uve Malvasia e Tai, un connubio di profumi.
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Villa Barbarigo e Torre campanaria, Merlara
In centro a Merlara, proprio davanti al municipio, sorge villa Barbarigo e, poco distante, la curiosa torre campanaria. Dimensione e forma dipendono dal fatto che in origine questo possente edificio era una torre difensiva di un mastio che un tempo sorgeva dove oggi c’è la villa. A testimonianza di ciò rimangono le parole del Salomonio che attesta la costruzione della torre nell’anno 1300 ad opera di Galvano Canotorti, di cui rimane ancora l’arca appesa ad una delle facciate del campanile.
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Cantina di Merlara – Collis
Il consorzio vitivinicolo Collis Veneto Wine Group costituisce un unicum nella storia sia per numeri – 6700 ettari di vigneto, 1 milione di ettolitri di vino di capacità produttiva – ma soprattutto per modello. Il gruppo, infatti, costituisce il comune denominatore del territorio vitato dei due soci fondatori, ovvero Cantina di Colognola ai Colli con la Cantina di Merlara, e Cantine dei Colli Berici di Lonigo, Barbarano Vicentino e San Bonifacio che conferiscono tutti gli asset produttivi in Collis. La capacità produttiva rappresenta il 15% di quella regionale e la politica influente sull’export porta a far conoscere e apprezzare i vini di questa parte del Veneto in sempre più paesi del mondo.
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Caseificio “La Mucca Verde”
Al Caseificio Mucca Verde il formaggio è assolutamente artigianale. Qui vengono usati solo prodotti del territorio: il latte, appena munto nelle migliori stalle locali, sale, caglio e fermenti lattici. Il punto vendita aziendale è fornito con tutte le eccellenze di casa: dal “monte ezzelino” al “capretta bianca”, dal recente “novecento” alla caciotta 100% capra, altamente digeribile! Non mancano prodotti con base di yogurt come: il muccayo, il buffayo.